Ali della Mente, Compagnia della Città e Fabbrica Wojtyla al fianco di Mons. Lagnese per il Parco Energetico del presente di Caserta

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Riceviamo e pubblichiamo una lunga nota congiunta quella delle associazioni Ali della Mente, Compagnia della Città e Fabbrica Wojtyla, al fianco del Vescovo di Caserta Mons. Lagnese per il progetto dell’ex Macrico consegnato alla città, valorizzando il quadrilatero culturale della città.


“Da giovani che hanno scelto di restare per lavorare e creare lavoro nel proprio territorio, desideriamo ringraziare
sinceramente il Vescovo Lagnese per aver offerto il Macrico nella disponibilità della città. La sua decisione ci ha entusiasmati al punto da farci immaginare una proposta rivoluzionaria per Caserta, da anni sempre agli ultimi posti nelle classifiche di vivibilità. Parliamo della possibilità di una visione: immaginare un progetto sostenibile per le generazioni future non solo per contenuti ed intento ma anche perché direttamente firmato da giovani cittadini, quei giovani che in futuro dovranno pagare il debito economico che sta consentendo alla politica di realizzare gli attuali investimenti. Investimenti che proprio in quel futuro peraltro produrranno i propri frutti. Ecco perché l’idea rivoluzionaria che proponiamo è da ritenersi assolutamente adatta ad essere lo spunto essenziale nelle analisi delle possibilità di finanziamento alle progettualità previste dal PNRR. Rendere pubblica questa nostra volontà ha quindi anche il fine di stabilire una testimonianza postuma di quanto i giovani desiderino essere protagonisti delle buone scelte che riguardano il proprio futuro”.


L’IDEA
L’idea è quella di trasformare la città di Caserta in un Grande PARCO ENERGETICO, considerando quattro
fondamentali aspetti di forme di energia legate a quattro luoghi fisici e simbolici della città:

  • (Energia) Spirituale – Teatro
  • (Energia) Culturale – Reggia di Caserta
  • (Energia) Ambientale – Ex-Macrico
    (Energia) Economico-sociale – il quadrilatero della Città
    Ma attenzione! Solo l’interconnessione di un intero sistema territoriale integrato tra queste energie – e non di una sola –
    produrrebbe conseguentemente una riqualificazione assoluta della vivibilità della città certificando la essenzialità
    della proposta.
    PREMESSA
    Ma qual è, a monte di queste energie, la fonte primaria assoluta che le permette?
    La prima fonte di energia assoluta è la mente.
    La mente è produttrice di idee, di cambiamento, di innovazione, di spirito e di intenti, che si traducono poi in
    energia fisica, produttiva, ambientale e sociale.
    La mente, quindi, va alimentata con il benessere spirituale ed emotivo da un lato e quello culturale dall’altro che
    sono e continueranno ad essere indispensabili per determinare comportamenti di cura ambientale, realizzare sistemi
    ed iniziative sostenibili di sviluppo energetico, economico e sociale, creare soprattutto opportunità di lavoro per i
    giovani del territorio offrendo finalmente la possibilità di valorizzare le proprie inclinazioni.

In altre parole, il benessere spirituale e culturale di ogni singolo individuo e il benessere ambientale del contesto in
cui agisce sono interdipendenti, creando il volano di un inesauribile ciclo continuo. Questo complessivamente è
un vero sistema energetico sostenibile. E la mente ne è appunto la fonte primaria, la prima fonte che va garantita, tutelata e sostenuta. La cura dell’energia della mente è quella che ci consente di elaborare questa proposta e che ci responsabilizza socialmente nel ruolo di offrire una visione prospettica ed allargata del futuro della nostra città.
Avrebbe così un ruolo essenziale la cura della “mente” in particolare dei giovani con iniziative originali frutto di
ricerca sul territorio e di sensibilizzazione a temi sociali tali da favorire l’evoluzione qualitativa della gioventù,
migliorando la vita cittadina e integrandola con le “periferie” e con gli altri rilevanti attrattori turistici che insistono
sul territorio e ne caratterizzano la storia. Invertire la rotta. Dilatare il centro storico verso le periferie. Da questa semplice intuizione la città trarrebbe vantaggi enormi con ricadute positive per i settori della salute, del
sociale, dell’economia, della cultura e del turismo. Basta pensare, alla città delimitata da una parte dai due grandi polmoni verdi, il Parco Energetico da costituire ed il Parco Reale mentre dall’ altra gli angoli sarebbero definiti da due attrattori (Belvedere di San Leucio, Caserta Vecchia) unici nel loro genere.

Ecco il quadrilatero culturale della Città come progetto di sviluppo socioeconomico
Come visivamente raffigurato nella figura seguente, i quattro luoghi indicati rappresentano oltre che un alto
potenziale di sviluppo d’attività economico-sociali relative ai settori culturali, turistici e commerciali, anche la
definizione di un nuovo “centro città” più inclusivo verso le zone periferiche della città che verrebbero
automaticamente rivalutate diventando innesto continuativo del centro storico.
L’aspirazione è quella di una fusione identitaria tra la città e questi quattro pilastri dando al Ex Macrico il ruolo di
punta di diamante innovativa capace di definire l’intero quadrilatero come un centro storico totalmente aperto ed
integrato, un sistema di trasporto pubblico funzionale a favore di un utilizzo di piedibus e mezzi di mobilità
sostenibili iper-efficienti, con la riduzione al minimo del trasporto privato, a vantaggio delle economie familiari e
dell’ambiente. L’obiettivo primario dell’idea che Fabbrica Wojtyla presenta come punto fermo d’avvio di tutte le proposte ed iniziative avanzate da più parti (magari tutte onorevoli e meritevoli ma di fatto isolate, cioè prive di una visione, magari utopica, ma necessariamente coinvolgente nella globalità) è portare i casertani a vivere una nuova idea di città. Una città che diventi il “ponte intelligente” che unisce intanto due aree esclusive a vocazione culturale ed
ambientale, per anni e anni estranee alla comunità: l’una, la Reggia, cattedrale indifferente nel deserto cittadino, e
l’altra un polmone di ossigeno mortificato dalla dimensione di magazzino d’armi. Le stesse poi con l’espansione
vitale verso San Leucio e Casertavecchia. La nostra visione, la città che si riappropria delle sue perle ambientali e culturali, è la proposta di un cammino individualmente condiviso che coinvolga ogni zona, area e quartiere che saranno così naturalmente connessi attraverso ogni attività che sarà possibile realizzare nei più diversi settori della cultura e del sociale, inclusi quelli artigianali e commerciali nell’ ottica di una estrema vivibilità tale da favorire un’attrazione turistica senza precedenti. L’idea intende cioè stimolare la partecipazione attiva di tutti, singoli e categorie, notabili e semplici cittadini, giovani ed anziani, istituzione e privati.

Tutti partecipi attraverso progetti ad hoc finalizzati ad integrarsi nell’idea stessa che proponiamo avviando
finalmente un vero dialogo intergenerazionale che sia realmente funzionale ad una riqualificazione essenziale non
solo per i giovani ma per l’immagine dell’intera città. Siamo così davanti all’opportunità di vivere e sognare una città a dimensione uomo con una dignitosa qualità della vita per ognuno. È impegno assoluto per noi giovani della Fabbrica Wojtyla la ricerca di una autentica condivisione da tutte le parti coinvolgibili, a partire dalla diocesi, dall’amministrazione, dalle istituzioni regionali e nazionali. Crediamo che un tale progetto possa trovare riscontro positivo persino in Europa. Ora spetta a noi far sì che finalmente ciò si avvicini alla realtà. Per questo abbiamo scelto di restare al Sud, affinché il Sud si accorga di noi”.

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