Caserta, donne vittime di violenza raccolgono le arance della Reggia

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Le donne della cooperativa Eva – associazione impegnata nel sociale che è attiva da anni a Casal di Principe, in un bene confiscato alle mafie, un rifugio per le donne vittime di violenza – stanno raccogliendo in questi giorni gli agrumi del parco della Reggia, per trasformarli successivamente nella “Marmellata delle Regine” e in dolci candidi.


Il progetto vede, dal 2021, in prima fila il Museo patrimonio dell’Unesco nel segno delle parole chiave “sostenibilità, partnership e impegno sociale”.
Determinante la collaborazione della Coop Eva e del laboratorio “Le ghiottonerie di Casa Lorena”.
Gli agrumi del Bosco vecchio, del Giardino Inglese e della Flora erano destinati fino al 2021 alla macerazione naturale o allo smaltimento oneroso da parte del Museo.
Il loro recupero ha portato la realizzazione della “Marmellata della Regina”, un nome non scelto a caso e che rende omaggio alle sovrane protagoniste del Regno dei Borbone.
Le ospiti di Casa Lorena sono attualmente all’opera per la raccolta dei frutti, questi ultimi vengono immediatamente trasportati al laboratorio per poi essere trasformati in composta e in dolci canditi.

“Il museo, oltre a quello culturale, ha un enorme potenziale sociale, educativo ed economico – afferma il direttore generale della Reggia di Caserta Tiziana Maffei – la Reggia di Caserta ha un intrinseco spirito produttivo che intendiamo valorizzare e promuovere. Questo progetto ci consente di farlo contribuendo alla tutela di persone vittime di violenza che stanno ricostruendo la propria vita, abbattendo lo spreco dei frutti del Parco Reale, lasciati finora a marcire sui prati, e realizzando prodotti artigianali. Nuove prospettive e nuovi percorsi che ampliano l’orizzonte dell’Istituto museale e delle sue enormi potenzialità”.

“Il protocollo d’intesa con la Reggia di Caserta, punto di partenza di una collaborazione che si annuncia particolarmente feconda, rappresenta per noi il riconoscimento di un lavoro di rete con il territorio che attraverso gesti concreti risponde ad una sollecitazione importante: l’assunzione collettiva della responsabilità di intervenire su un problema sociale quale la violenza maschile contro le donne – dice Lella Palladino, socio fondatore della coop. E.V.A. – Noi ci auguriamo che la lungimiranza e la disponibilità del direttore Maffei siano colte come una buona prassi e che l’esempio del protocollo tra la Reggia di Caserta e la cooperativa E.V.A. possa essere ripreso per generare azioni diffuse di economia sostenibile, solidale e di contrasto alla violenza economica che rende difficile per molte donne l’uscita dalla violenza”.

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