Orta di Atella, incendiati rifiuti tessili: sequestrato capannone industriale

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Nella giornata di martedì 5 ottobre i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Caserta (N.I.P.A.A.F.) unitamente ai Carabinieri della Stazione Forestale di Marcianise, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di una ditta operante nel settore degli accessori per confezioni di abbigliamento, per plurime violazioni della normativa ambientale, apponendo i sigilli al capannone industriale ubicato in Orta di Atella, ove avvenivano le lavorazioni.

Le indagini, dirette dalla Procura di Napoli Nord, hanno avuto origine a novembre del 2018, allorquando i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Marcianise, in occasione di un servizio di perlustrazione del territorio svolto nell’ambito delle attività di prevenzione a tutela della c.d. “Terra dei Fuochi”, segnalavano un incendio di rifiuti avvenuto il 10 novembre in tre aree site a Gricignano di Aversa, alla via Trivio del Castagno, situata in una zona agricola. In tale circostanza, venivano rinvenuti 126 sacchi neri contenenti rifiuti speciali non pericolosi di natura tessile, di cui oltre una decina dati alle fiamme. Dall’ispezione di alcuni sacchi integri venivano rinvenute svariate targhette di stoffe recanti il logo della ditta di provenienza, sottoposta a sequestro. Nel prosieguo delle indagini, i Carabinieri Forestali organizzavano un servizio mirato di osservazione e controllo intercettando i furgoni, adibiti al trasporto di rifiuti di tessili, soliti circolare in quella zona, individuando una ditta riconducibile al coniuge del titolare dell’azienda che produce i rifiuti sversati nelle campagne della via Trivio del Castagno di Gricignano di Aversa. Tra il 2019 ed il 2020 venivano compiute ulteriore attività delegate che mettevano in luce la connessione tra le due società, anche in ragione dello stretto legame di parentela tra i loro appartenenti. Sulla scorta di tali elementi i due coniugi sono stati ritenuti responsabili dell’abbandono e della combustione dei rifiuti. Da ultimo la Procura di Napoli Nord rispondeva un’ampia visita ispettiva presso la sede operativa della società ove è ubicato il capannone industriale e della succursale di Sant’Arpino, adibita a magazzino e punto vendita alle ditte del settore produttive tessile. All’esito della predetta ispezione, che confermava la riconducibilità delle ditte intestate ai due coniugi alla stessa gestione aziendale, emergeva che i coniugi, a partire dallo scorso 2017, esercitano un’illecita attività di gestione dei rifiuti speciali non pericolosi. Inoltre emergevano ulteriori irregolarità: la ditta effettuava una gestione irregolare del deposito temporaneo dei rifiuti tessili; a partire dall’anno 2017, esercitava l’attività aziendale in assenza dell’apposita autorizzazione alle emissioni in atmosfera; smaltiva illecitamente i liquidi prodotti dalle attività di colorazione dei tessuti e degli accessori prodotti. Per tali motivi la polizia giudiziaria è intervenuta per apporre i sigilli al capannone industriale inibendo qualsivoglia attività.

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