Dopo l’attentato del 19 agosto 2003, che devastò la sede ONU a Baghdad, l’intelligence italiana spinse il contingente nazionale dell’operazione Antica Babilonia, schierato a Nassirya, a concentrare le forze nelle basi di Tallil e White Horse – entrambe fuori città – lasciando a Nassirya le due basi dei carabinieri “Libeccio” e “Maestrale”. Il 23 ottobre il Servizio Segreto Militare (SISMI), dopo ulteriori warning recepiti dai suoi uomini sul campo, avvertí dell’imminenza di un probabile attentato nei confronti degli italiani, ribadendolo nuovamente con un proprio rapporto al comando nazionale anche il 5 novembre. Il 12 novembre 2003, alle ore 10:40 ora locale, le 08:40 in Italia, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all’ingresso della base “Maestrale”, provocando successivamente l’esplosione del deposito munizioni. Il bilancio fu devastante, 19 italiani morti tra cui 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito, il regista S. Rolla ed il cooperante M. Beci, oltre a tantissime vittime locali, compresi diversi bambini. Quel giorno il comparto militare subì il più grande attacco con perdita di uomini dalla fine del secondo conflitto mondiale.
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